Associare la Psicologia alla Spiritualità è un qualcosa che già personaggi del calibro di C.G. Jung avevano iniziato a fare, ma perchè? Arriva un momento, in ogni indagine psicologica, in cui il solo analizzare, il solo "pensare" non basta...alcuni aspetti dell'Uomo vedono la loro luce solo se iniziamo a vederli come insiemi in movimento di Corpo, Mente e Anima, e il linguaggio dell'Anima è spesso complesso, difficile da indagare se regioniamo in termini "classici". Ecco allora che i linguaggi mistici ci vengono in soccorso, stimolandoci, raffinando il nostro sentire e spingendoci ad andare oltre ciò che abbiamo sempre pensato di noi stessi.

La ricerca spirituale non ha nulla a che fare con un qualche tipo di credo o religione, è piuttosto una via di comunicazione diretta con il nostro Io più profondo, e per questo è necessario intraprenderla.

L'Antroposofia, in particolare, concepisce l'Uomo in quello che viene definito un modo "ontologico", quindi proprio come un insieme di parti, che rispondono ad una sorta di "mente superiore" o "Anima" e che, solo quando sono in armonia ed equilibrio, riescono a dare un'esperienza di Vita completa e ci permettono di "stare bene".

Alcune pratiche, spesso definite "esoteriche" in quanto non appartenenti (per ora) alla Scienza ufficiale, hanno la capacità di stimolare il nostro inconscio attraverso processi come l'intuito, aprendo delle porte di comprensione estremamente efficaci nella risoluzione dei nostri conflitti interiori.

PS: Come dicevo queste pratiche non sono ad oggi accettate dalla Scienza, ma ricordiamoci che fino a pochi anni fa nemmeno i buchi neri lo erano, ma più semplicemente neanche internet e andando ancora un po' più indietro, nemmeno gli aerei o l'idea che la terra fosse rotonda e che esistesse un universo...quindi perchè non includerle nella nostra ricerca? Diamo tempo al tempo.

E' ormai indiscusso il valore delle pratiche Yogiche in ambito psicofisico, sono numerosissimi gli studi scientifici che provano l'efficacia delle tecniche meditative, di respirazione e di consapevolezza in relazione a tantissimi disturbi di natura psicosomatica e psicologica. Personalmente ritrovo in queste discipline sinergia e sintesi di un pensiero molto espanso e complesso, che viene racchiuso in aspetti pratici diretti, semplici, efficaci e comprensibili. 

L'importanza del rallentare, dell'ascoltarsi, del ricreare un rapporto armonico con la nostra dimensione fisica e psichica è, spesso, la base essenziale per iniziare a comprendere e risolvere quei nodi dolorosi che percepiamo nella nostra vita. Attraverso queste pratiche si crea connessione, si genera una sorta di auto-empatia, si rivolge lo sguardo verso l'interno in modo dolce, senza forzature, creando un processo dinamico che porta, dentro di noi, allo sviluppo di un nuovo paradigma di pensiero. 

Sull'ipnosi è stato scritto e detto tantissimo, basta fare una semplice ricerca sul web per entrare in contatto con centinaia di definizioni e pareri diversi, spesso contrastanti, altrettanto spesso lontanissimi dalla realtà.

Va specificato, in primis, che le pratiche di ipnosi (Eriksoniana, Regressiva, Clinica, Mesmerica...) sono pratiche che derivano da un colossale lavoro scientifico sulla psiche, durato decenni e condotto da alcuni dei più eminenti ed illuminati esponenti della Psicologia, della Psichiatria e delle Neuroscienze moderne. Questo lavoro è tutt'ora in ampliamento e dimostra sempre più quanto la nostra mente spesso stabilisca, per i motivi più diversi, dei limiti a se stessa, allo scopo primario di proteggersi. Questi limiti, che quando lavoriamo su noi stessi rappresentano porte chiuse che sentiamo il bisogno di aprire, e che a volte assumono vere e proprie forme di "amnesia", non sono però invalicabili, e l'accedere a quelle aree di memoria interdette può dotarci di una chiave di volta fondamentale per superare alcune fasi "difficili" della nostra vita, o necessaria per trovare risposte a quelle domande che ci poniamo ma senza mai capire davvero da dove derivano.

L'ipnosi lavora molto con il concetto di metafora e di suggestione, utilizzandoli in campo psichico come fossero diversi alfabeti che possono permettere un accesso a ricordi, strutture mnemoniche, traumi ed esperienze che, se lasciate nascoste, non ci permettono di essere diagrammate, comprese e, di fatto, superate.

Provate ad immaginare l'ipnosi come una sorta di "hackeraggio" della mente, una backdoor da cui poter accedere agli stati più profondi dell'inconscio, non per modificarli, ma per poter osservare ciò che prima non riuscivamo a vedere.

Comprenderete quindi, a questo punto,quanto possa essere potente questo strumento, ma proprio per questo motivo deve essere usato con una certa cautela e attraverso dinamiche di assoluta sicurezza, dove potersi sentire al sicuro e certi di avanzare con i propri passi alla scoperta graduale di questo sentiero che, pur appartenendoci, ci è ancora sconosciuto.  

L'ipnosi è un concetto vastissimo, che racchiude infiniti collegamenti tra gli aspetti psichici, psicologici, fisiologici e spirituali dell'essere umano. Non è mia intenzione scandagliarli in questa sede, sarebbe del tutto riduttivo e piuttosto arrogante da parte mia cercare anche solo di riassumerli, chiudo quindi questa breve didascalia lasciandovi con le parole di uno dei grandi padri dell'ipnosi:

"Chiediamo a un individuo d'imparare nuovi e diversi modi di funzionare, estraendoli dall'enorme quantità di capacità potenziali, facendo appello all'ampia riserva di cellule cerebrali delle quali noi tutti siamo dotati, ma delle quali siamo praticamente inconsapevoli".

M. Erikson

PS:

per una politica di trasparenza e attenzione al cliente, le sessioni di ipnosi saranno videoregistrate e conservate, nel rispetto delle norme sulla privacy, a disposizione per qualunque consultazione.